Ciaspolate al Lago Santo 2023




 

Grazie per queste belle foto ai nostri clienti  Ermanno Codeluppi  e  Messori Luciana

Ecco la prima uscita agli inizi di Dicembre 2012 nei nostri splendidi posti!!!

 


Eccomi in "azione" (senza rotolare a valle!!!)
mentre scendo il bellissimo pendio finale del Monte Rondinaio, dopo l'ultima nevicata di Aprile 2012...

P.S. Il video e' opera di mia moglie, che mi sopporta sempre!!!

... ed ecco Anita che scende dopo di me

 

 

Ciaspole AnticheCOSA SONO
Le “ciaspole” una volta erano costituite da un telaio di legno a forma ellittica con all’interno una rete di corde di canapa o vimini;tramite cinturini di pelle, venivano fissate agli scarponi;le loro dimensioni e forme erano variabili a seconda del luogo di provenienza.

Oggi le “ciaspole” esistono di svariate forme, materiali e caratteristiche tecniche. Solitamente vengono scelte in base alle esigenze d’uso.

Chi necessita di un attrezzo idoneo a svolgere avvicinamenti a salite alpinistiche (cascate,canali, itinerari d’alta quota, ecc…) o itinerari in fuoripista per snowboard , avrà sicuramente bisogno di “racchette tecniche” che possano offrire anche una buona tenuta su nevi dure e trasformate, affidabili persino in tratti ripidi.

Ciaspole ModerneChi invece ha come obiettivo quello di trascorrere rilassanti domeniche tra la neve, percorrere itinerari fondamentalmente pianeggianti dove i rischi oggettivi sono estremamente ridotti, può tranquillamente utilizzare anche un modello che offra soprattutto ottime garanzie di “galleggiamento” sul manto nevoso e privo di mezzi particolarmente “penetranti”.

In parole povere, di racchette da neve ne esistono fondamentalmente di due categorie: con coltelli di punta ( in pratica simili alle punte frontali dei ramponi) e cunei penetranti nel disotto, oppure prive di questi accessori, quindi provviste solo dell’indispensabile ( racchetta e cinturini di fissaggio).

Un altro optional che caratterizza la tipologia della “ciaspola” è la “slitta” d’appoggio dello scarpone: solo nei modelli più tecnici è possibile averne la reversibilità .

Questa consiste nel rendere “mobile il tallone” ( ad esempio come negli sci da fondo) oppure di lasciarlo “fissato” alla struttura della” ciaspola”.

Di questa particolare soluzione ne verrà parlato in seguito.

A COSA SERVONO

Vanno utilizzate dopo una intensa nevicata previo accertamento delle condizioni del manto nevoso con notizie provenienti da fonti attendibili ed affidabili.
Il loro utilizzo ha lo scopo di poter agevolare la progressione su terreni ricoperti dalla neve fresca o trasformata, permettendo su di essa il galleggiamento.

Le caratteristiche tecniche

Le caratteristiche tecniche

Le caratteristiche tecniche

Le caratteristiche tecniche

COME SI USANO
Dopo averle fissate agli scarponi tramite gli appositi cinturini di pelle o fettucce di nylon a seconda del tipo, si è pronti per partire; noterete subito l’esigenza di mantenere un passo a gambe leggermente divaricate, questo per impedire d’inciampare causa il “pestarsi” la racchetta con l’altra.

Sarebbe più comodo e funzionale abbinarvi l’uso dei classici bastoncini da sci (chiamati anche impropriamente racchette), meglio se telescopici, perché avendo la propria possibilità di regolazione si adattano maggiormente alle vostre misure.

Permettono di risparmiare energia offrendo sempre un appoggio in più in caso di equilibrio precario; la padronanza dell’equilibrio sui piedi, quindi sulle “ciaspole”, è sempre cosa assai importante e, soprattutto durante l’apprendimento della tecnica d’uso ( anche se minima ), è cosa ben fatta dedicarci molte attenzioni. Un passo ben impostato fin dall’inizio vi permette una progressione sicuramente molto più economica a livello energetico, aspetto molto importante nelle attività di montagna insieme alla sicurezza.

Per identificare in due parole “come camminare”, occorre aver presente che l’arto da muovere è sempre quello “scarico” dal peso corporeo,mantenendo l’equilibrio su quello in appoggio.

Le cosiddette “misure tecniche” (lunghezza dei passi, per esempio) sono parametri estremamente personali: nell’impostarle vi accorgerete dell’estrema importanza del mantenere appunto la stabilità.
In alcuni tipi di “ciaspole” l’appoggio dello scarpone lo si può rendere articolabile in modo che diventi possibile effettuare un vero passo, come se non avessimo ai piedi nulla d’ingombrante.
In genere questo optional è però solo nei modelli più ricercati.

Ciasp4E’ molto pratico perché permette una progressione che non richiede di alzare tantissimo l’attrezzo, fattore importante quando si marcia in neve fresca e senza alcuna traccia.

Il peso della neve caricata sulla racchetta affatica molto le gambe, ma con questo sistema viene scaricata comodamente durante il passo, solo con una leggera torsione laterale del piede.
La racchetta invece che rimane “ fissa” ha a suo sfavore il fatto che l’alzata del piede è appesantita ogni volta da chili di neve, scaricabile non sempre senza movimenti specifici,che inevitabilmente richiedono energia supplementare a quella impiegata per compiere il passo.

La scelta della ”ciaspola”, è dipendente dall’uso che se ne vuol fare: se in programma vi sono escursioni di lungo tracciato ed impegno elevato, conviene certamente optare per quei modelli che presentano gli optional qua descritti.

Con un uso frequente e dove venga richiesto dall’itinerario un livello d’impegno “buono”, se ne trarranno subito i benefici della scelta al momento di un eventuale acquisto.

I NOSTRI PERCORSI
Di seguito riportiamo alcuni itinerari consigliati, tutti nei pressi del Rifugio.

Attenzione
Ne sconsigliamo però la percorrenza in caso in cui non ci fosse alcuna traccia di passaggio ben evidente, alle persone non praticanti attività di montagna e con problemi di non idoneità oggettiva.

Chi percorre gli itinerari tracciati ,anche dopo aver noleggiato l’attrezzatura presso la nostra struttura e seguendo le nostre “cartine”, lo fa a PROPRIO RISCHIO E PERICOLO.

La Gestione del Rif. Vittoria declina qualsiasi forma di responsabilità nei confronti di coloro che, in base a proprie libere valutazioni, decidano di percorrere gli itinerari da noi suggeriti, anche se in possesso delle cartine topografiche da noi elaborate e presenti in rete.


(I nostri percorsi)

 

Proposte di escursioni tratte dal libro:

MONTE GIOVO INVERNO,
escursioni con le ciaspole e vie normali di salita alle cime

(Francesco Rosati; Edizioni Il Fiorino, 2010).

L'autore ha percorso in prima persona tutti gli itinerari descritti nel testo. Gli orari sono indicativi e tengono conto del passo di un buon escursionista in condizioni ideali fisiche, di neve e di tempo meteorologico. Possono esservi quindi discrepanze con gli orari indicati su precedenti guide o sulla Carta CAI MO. Si ricordi però che in inverno i tempi di percorrenza indicati su questa o altre carte escursionistiche sono da sovrastimare.

Premesso questo, l'utilizzo di questo libro-guida avviene a proprio rischio e pericolo; l'autore declina ogni responsabilità di ordine giuridico e legale per eventuali incidenti e danni.

CIRCO SETTENTRIONALE DEL MONTE RONDINAIO

Bellissima escursione, la più suggestiva, tra le semplici "ciaspolate", descritta in questa guida. Permette di entrare nel cuore del gruppo montuoso; l'ambiente è alpestre e da "montagna vera", nella conca cosiddetta del Lago Baccio, circondata dalle creste e dai canaloni del Giovo, dalla piramide del Rondinaio e dalla punta del Rondinaio Lombardo. Fino al Lago Baccio chiunque può salire (magari anche di notte, con lampada frontale). In seguito l'itinerario si fa più selettivo, adatto ad escursionisti esperti, capaci di orientarsi e in grado di valutare l'affidabilità dei pendii, sì dolci ma di solito innevatissimi. Consigliabile un circuito come descritto nel testo.

Periodo consigliato: dicembre-aprile, alcuni anni (di recente nel 2006 e 2009, ad esempio) anche a inizio maggio si hanno ancora condizioni di innevamento sufficiente. Fino al Lago Baccio consigliabile una suggestiva ciaspolata notturna, magari al chiarore della luna piena (necessita di lampada frontale).

Versante: NNO rispetto al Rondinaio e al Rondinaio Lombardo, ESE rispetto al Giovo.

Rischio valanghe: con rischio-valanghe superiore al grado 2 sarebbe meglio non avventurarsi; evitare lo sbocco dei "canaloni del triangolo", sotto la Grotta Rosa.

Altri pericoli obiettivi: nella parte superiore si trovano tratti ripidi; con poca visibilità l'orientamento si fa difficile oltre il limite degli alberi (non vi sono punti di riferimento visivi!).

Somma dei dislivelli in salita 200 m circa.

Difficoltà EE. Per esperti, ma non servono particolari attrezzature a parte ciaspole e bastoncini (se si segue l'itinerario qui descritto).

Tempo previsto circa 3 ore per l'intero circuito.

Per la descrizione completa vedi MONTE GIOVO INVERNO (F. Rosati), Edizioni Il Fiorino (2010).

CIRCO ORIENTALE DEL MONTE RONDINAIO

Escursione di un certo impegno e non alla portata di tutti; la più impegnativa ciaspolata descritta in questa guida. La méta che si raggiunge è uno dei luoghi più belli e suggestivi del Gruppo del Monte Giovo. Qui l'atmosfera invernale è davvero grandiosa, sia per l'innevamento sempre molto abbondante, sia per le forme particolarmente alpestri e accattivanti delle vette che sovrastano il circo. In particolare, l'elegante e fotogenica parete est del Rondinaio, una delle montagne più alpine dell'intero Appennino Settentrionale, specie se vista da questo versante. Curioso anche l'aspetto invernale del Turchino, con il lago invisibile sotto la neve, e la piccola baita spesso semi-sepolta. L'itinerario è indicato ad escursionisti esperti che, se le condizioni lo obbligano, sappiano usare anche l'adeguata attrezzatura alpinistica (piccozza e ramponi) e valutare adeguatamente l'affidabilità dei pendii nevosi.

Periodo consigliato: dicembre-aprile. In primavera, però, è necessario partire molto presto, per avere neve dura e affidabile, data l'esposizione prevalentemente orientale.

Versante: nord-est ed est.

Rischio valanghe: se nei bollettini è indicato un rischio-valanghe superiore al grado 2 (moderato), non avventurarsi. Soprattutto l'attraversamento dei canali alla base del Rondinaio Lombardo può risultare pericoloso.

Altri pericoli obiettivi: se nei traversi più esposti e nella ripida rampa di accesso al Lago Turchino si trovano tratti con neve dura e/o ghiacciata, le ciaspole risultano inadeguate, e devono essere sostituite dai ramponi. Dati i presupposti, conviene tenerli nello zaino a portata di mano, assieme alla piccozza. Orientamento facile, presupponendo buona visibilità.

Somma dei dislivelli in salita circa 100-175 m, a seconda di quale punto, nel Circo Orientale, si scelga per interrompere l'escursione.

Difficoltà EEA con neve dura e/o ghiacciata. EE con neve farinosa; ma anche in questo caso portarsi nello zaino piccozza e ramponi, il terreno in questione non è affatto da sottovalutare!

Tempo previsto ore 1,30 circa solo andata.

Per la descrizione completa vedi MONTE GIOVO INVERNO (F. Rosati), Edizioni Il Fiorino (2010).

MONTE RONDINAIO (1964 m)

E' senza dubbio una delle più belle ed eleganti montagne dell'Appennino Settentrionale. Forse anche per il suo aspetto che ricorda i tratti delle cime alpine, è molto frequentata dagli escursionisti; inoltre, come il Giovo, si adatta perfettamente alla pratica delle varie attività invernali, offrendo itinerari per tutti i gusti e per tutti i livelli.

-versante nord, dal Lago Santo per il Lago Baccio ed il circo settentrionale.

Stupenda escursione, adattissima al neofita dell'escursionismo/alpinismo invernale (nonché allo scialpinista principiante). Sale alla cima seguendo pressoché fedelmente il sentiero estivo 523, in un paesaggio impressionante rispetto alla media dell'Appennino modenese. Le difficoltà sono minori rispetto alla salita al Giovo, e quindi alla portata di un maggior numero di escursionisti. Ciò nonostante, occorrono prudenza ed una certa esperienza. Si passa ai piedi dei canaloni della parete est del Giovo, che sovente scaricano slavine; inoltre il pendio conclusivo, presso la cima, può rivelarsi molto insidioso, in caso di neve ghiacciata. Gli escursionisti inesperti evitino dunque questa ascensione, e si accontentino della salita con le ciaspole fino al Lago Baccio, magari in notturna (con lampada frontale).

Periodo consigliato: dicembre-aprile.

Versante: nord.

Rischio valanghe: attenzione quando si passa a fianco della parete est del Giovo, i cui canaloni scaricano spesso slavine. Invece i dossi nevosi che si risalgono lungo il tracciato non destano particolari preoccupazioni se il rischio-valanghe è contenuto fino al grado 2; prudenza quando si arriva alla linea di crinale, protetta dalle solite, grandi cornici (seppur meno marcate rispetto al Giovo).

Altri pericoli obiettivi: la scarsa visibilità oltre il limite della vegetazione, in caso di nebbia. Inoltre il pericolo di sottovalutare questa escursione, tutt'altro che proibitiva, ma nemmeno una passeggiata tra le margherite.

Somma dei dislivelli in salita 465 metri.

Materiale: ramponi e piccozza; con molta neve farinosa possono bastare le ciaspole e i bastoncini, ma almeno i ramponi sono comunque da tenere nello zaino, per evitare sgradite sorprese.

Difficoltà: EEA; F- in caso di neve particolarmente ghiacciata, per cui il pendio finale richiederebbe una maggior dimestichezza nell'uso di piccozza e ramponi.

Tempo previsto ore 2,15 circa.

Per la descrizione completa vedi:

MONTE GIOVO INVERNO
(F. Rosati), Edizioni Il Fiorino (2010).

 

ALCUNI CONSIGLI
E’ necessario valutare bene le proprie conoscenze per poter scegliere gli itinerari idonei alle proprie capacità.

Le condizioni meteorologiche non devono essere mai sottovalutate insieme a quelle del manto nevoso e dell’orario di partenza per l’escursione, quindi al tempo di percorrenza del tracciato stesso.

Ricordarsi che:

- saper rinunciare è segno di umiltà e prudenza,e può sempre offrire altre opportunità di avventura!
- se siete, nel gruppo, il più esperto siete anche colui che ha la responsabilità delle scelte e del gruppo stesso.

…Ed ora, siete pronti a partire?

Attrezzatura consigliata

Noi vi forniamo racchette da neve e bastoncini, ma a voi conviene avere:
scarponcini o scarponi da trekking ( attenzione: i moon-boots non vanno bene, sono troppo larghi e non si allacciano alle ciaspole); calzettoni di lana o di fibre moderne meglio se due paia, uno dei quali sottili da mettere a contatto col piede; pantaloni caldi e comodi, abbigliamento sportivo in genere, con la possibilità di tenere un capo asciutto e caldo, possibilmente che ripari dal vento, da indossare nelle soste.
I guanti sono importantissimi, come del resto il cappello.

 

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Affacciato al Lago Santo